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Sign up todayL'idealismo tedesco
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Learn moreL'intento principale a cui quest'opera risponde è quello di ricordare la figura di un grande storico della filosofia: Valerio Verra (1928-2001). E come onorarne meglio la memoria se non mettendo a disposizione del lettore due sue conferenze dedicate l'una al tema per il quale molto probabilmente viene più spesso ricordato, cioè l'idealismo tedesco, l'altra alla concezione filosofica che della storia ebbe l'Occidente cristiano? Se nel primo caso, l'intento che Verra si pone è la "decostruzione" dell'idealismo tedesco, nel secondo il suo vasto excursus punta diritto a Hegel, cioè al filosofo a cui aveva dedicato larga parte del suo impegno esegetico. Si nota in entrambe le conferenze non solo il senso di ironia – che si accompagnava sempre a una estrema chiarezza – ma anche la capacità di vedere le idee sempre legate a quella realtà a cui la filosofia non deve mai rinunciare se non vuol essere tacciata di inutile sofisticheria. © 2023 Orthotes Editrice
Valerio Verra (1928-2001) è stato allievo di Luigi Pareyson già al liceo classico di Cuneo, sua città natale. Si è laureato nell’Università di Torino con una tesi sul Naturalismo umanistico e sperimentale di John Dewey, sotto la guida di Augusto Guzzo e Nicola Abbagnano. È poi diventato assistente di Pareyson, quando questi teneva la cattedra di Estetica. Ha iniziato a studiare subito filosofi tedeschi, come Reinhold, Schulze, Jacobi, Hamann, nonché Herder, ai quali ha dedicato molti scritti. Nel suo successivo soggiorno a Heidelberg ha avuto modo di seguire gli insegnamenti di Hans Georg Gadamer. Tornato in Italia, ha dapprima insegnato nei licei di Aosta e di Alessandria, e poi è diventato professore incaricato e quindi titolare della cattedra di Storia della filosofia nell’Università di Trieste. Da Trieste nel 1968 si trasferisce a Roma, dove insegna alla Facoltà di Magistero della “Sapienza” (in seguito Facoltà di Lettere e filosofia di Roma Tre). È stato membro dell’Accademia dei Lincei e dell’Accademia delle Scienze di Torino. Ha fatto conoscere il pensiero di Gadamer in Italia, soprattutto con la traduzione de Il problema della coscienza storica (Napoli 1969) a cui è seguito, anni dopo, il saggio L’ermeneutica di Gadamer in Italia, pubblicato nel 1991 nella rivista “aut aut”. Valerio Verra è considerato tra i più profondi studiosi italiani dell’idealismo tedesco, ma più in particolare di Hegel, il che gli è valso l’invito a far parte del consiglio di presidenza della Internationale Hegel-Vereinigung. Egli, però, è sempre stato interessato anche ad altri autori tedeschi del Novecento filosofico. Oltre alla cura degli scritti di S. Maimon (Gesammelte Werke, 7 voll., Olms 1965-1977) e a varie traduzioni tra cui il volume dedicato alla Logica (Torino 1982) e, postumo, quello dedicato alla Filosofia della natura (Torino 2002) della Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio di Hegel, e la cura del volume Hegel interprete di Kant (Napoli 1981), le sue opere principali sono: Dopo Kant. Il criticismo nell'età preromantica (Torino 1957); F.H. Jacobi. Dall'illuminismo all'idealismo (Torino 1963); Mito, rivelazione e filosofia in J.G. Herder e nel suo tempo (Milano 1966); La dialettica nel pensiero contemporaneo (Bologna 1976); La filosofia italiana dal 45 a oggi (Roma 1976); La filosofia di Hegel (Firenze 1979); Introduzione a Hegel (Bari 1988); Letture hegeliane. Idea, natura e storia (Bologna 1992); Dialettica e filosofia in Plotino (Milano 1992); (a cura di C. Cesa) Su Hegel (Bologna 2007).